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FUNZIONI CATASTALI AI COMUNI (ovvero aggiornamento degli estimi)

Dall’1 novembre 2007 i Comuni cominceranno a gestire più direttamente l’aggiornamento del catasto (commi 194 e 196). E’ l’atto finale ed inevitabile di una “devolution” iniziata nel 1998 (decreto 112/98 art. 66). Già nella finanziaria 2005 (Berlusconi) è prevista la facoltà per gli enti locali di obbligare l’aggiornamento dei redditi catastali ove si presuma che singoli alloggi, singoli condominii o interi quartieri non siano più congrui a causa delle migliorie edilizie e nuovi servizi urbani disponibili. (vedere finanziaria 2005 commi 335 e 336).

E’ chiaro che, una volta attuata questa facoltà, ogni Sindaco disporrà di un nuovo strumento di imposizione fiscale, essendo l’estimo la base applicativa di Irpef ed addizionale, Ici e scopo, tasse di registro per compravendite e successioni e quant’altro. Pertanto è uno strumento potenzialmente pericoloso per i proprietari immobiliari. Intanto alcuni mass media hanno diffuso notizie piuttosto “terroristiche” di rivalutazioni a tappeto degli estimi su tutto il territorio nazionale.

In realtà in certe regioni, come per esempio la Liguria, gli estimi sono già stati rivalutati catastalmente nel recente passato e gli effetti li stiamo ancora faticosamente metabolizzando. Proviamo però ad ipotizzare quali saranno le modalità di questa nuova rivalutazione che alla fine verrà in qualche forma condotta anche nella nostra regione e/o provincia:

  • gli immobili di recente costruzione, già accatastati, risulteranno praticamente e molto probabilmente esenti dai controlli
  • praticamente esenti potranno risultare anche gli immobili meno nuovi ma giò oggetto, invece, di aggiornamenti catastali più recenti. Come per esempio quelli interessati a condoni edilizi, frazionamenti, migliorie edilizie già assoggettate a vario titolo a normali pratiche catastali di aggiornamento e quindi già “rivisti”
  • ancora in condizioni di relativa tranquillità si troverebbero gli immobili delle categorie A/2, A/3 e quelli A/4 ed anche altre categorie non assoggettati a variazioni catastali recenti purché non interessati mai da migliorie edilizie. E’ il caso delle costruzioni anni 60 nate già con l’ascensore, il riscaldamento centrale, il bagno interno e dotate di altre comodità, per così dire, innate ed invariate nel tempo
  • assolutamente invece esposti al rischio di rivalutazione degli estimi e pertanto inquadrati presto nel mirino dei controllori, saranno le vecchie abitazioni, spesso ma non solo, nei centri storici, specialmente se ancora classificate A/5. Come, per esempio, quelle col tetto a spiovente, originariamente col gabinetto esterno o peggio col gabinetto in comune fra più alloggi e senza ascensore. Per questi alloggi (o per altri analoghi) laddove, nel tempo, è stato installato l’ascensore o ricavato un bagno interno senza provvedere poi all’aggiornamento catastale la rivalutazione della rendita sarà pesante.
  • Rivestirà poi anche un determinato ruolo la variazione del contesto urbanistico nel quale è sito l’immobile. Per esempio determinate infrastrutture (parchi, giardini,  linee metropolitane, aree parcheggio ecc.) possono, nel tempo, aver giovato al valore dell’immobile così come altre circostanze (fonti di inquinamento acustico, atmosferico, rischio di esondazione) possono aver nociuto al valore stesso. La valutazione degli estimi catastali è comunque un problema complesso e delicato per il quale sarà necessario attivare ogni nostra capacità, sia per contestare, sia per partecipare, ove possibile, in qualità di sindacato dei piccoli proprietari alle varie fasi e procedure dei lavori.

 

 




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